LACKBERG, Il bambino segreto |
L’ho già detto quanto amo questa scrittrice e
perché. Non voglio ripetermi.
Questo è stato forse il libro che mi è più
rimasto dentro, una storia che si radica al tempo della seconda guerra
mondiale, per proseguire nella vita privata di Erika, la protagonista, e
concludersi con un efferato omicidio di un anziano. Una storia di amore negato,
di maternità, di sofferenza. Stupendo, non saprei come altro descriverlo.
GAMBERALE, Le luci nelle | case dgli altri |
Leggevo la Gamberale al tempo dell’università. Lei, mia
coetanea, aveva appena pubblicato La vita sottile, prima, e Arrivano i
pagliacci, poi. Mi piaceva, trovavo molto intrigante la sua scrittura,
originale, soprattutto perché era così giovane.
Poi l’ho persa di vista. Sapevo che conduceva in
programma in radio, ma non la ascoltavo. Sapevo che aveva scritto altri libri,
ma non li ho letti.
Poi più di qualcuno mi consiglia questo. L’ho
comprato, ma l’ho lasciato sullo scaffale un bel po’ di tempo per prenderlo
finalmente in mano qualche settimana fa. E l’ho divorato.
Innanzitutto il titolo: quante volte, guardando
verso la finestra illuminata di una casa, mi è capitato di immaginare la vita
dietro quella luce, per riflettere poi sul fatto che oltre alle luci ci sono senza
dubbio anche le ombre. E’ brava, la Gamberale, ad “entrare” nelle case degli altri,
nella fattispecie negli appartamenti del palazzo di via Grotta Perfetta e a
descrivere le relazioni tra gli inquilini. E lo fa con lo sguardo, gli occhi e
il cuore di Mandorla, una ragazzina che resta improvvisamente senza la mamma e
viene cresciuta fa tutte le famiglie del condominio dove lei, la mamma, faceva
l’amministratrice e dove, sembra, vive il suo misterioso papà.
TROLLOPE, Le mogli dei miei figli |
Iniziato nella sala d’attesa della ginecologa
proprio il giorno in cui mi ha confermato l’arrivo del terzo maschio…
La traduzione in italiano del titolo (Le mogli
dei miei figli vs Daughters in law – Nuore) trae forse un po’ in inganno, nel
senso che effettivamente nel romanzo il centro della storia non è tanto la
“suocera”, la mamma dei tre maschi, come forse speravo, quanto le famiglie dei
figli, ed in particolare le tre nuore. Questo tuttavia non cambia il fatto che
si tratta davvero di un bel libro, solo apparentemente “leggero”, perché
l’analisi psicologica che viene fatta dei rapporti tra familiari, tra genitori
e figli, tra mariti e mogli, tra suocere e nuore, tra fratelli, tra cognate, è
molto sottile e offre effettivamente parecchi spunti di riflessione.
Anch’io, in teoria, un giorno sarò suocera di tre
nuore… Aiuto.