Non ho più aggiornato la rubrica dei libri che ho
letto. Che vergogna…
C’è un denominatore comune nelle mie ultime
letture: sono stati romanzi di autori che conoscevo, e che amavo, ma che
nonostante questo mi hanno deluso.
Eccoli qua:
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ALTA TENSIONE |
Un post
anonimo su facebook che mette in dubbio la paternità di un bambino non ancora
nato. Il padre del bambino che scompare nel nulla. Un duo rock in decadenza. La
misteriosa morte di una ragazza. La malavita di New York.
Coben è un grandissimo autore di thriller. La sua
genialità sta nel riuscire a tenere il filo della suspence talmente teso, fino
all’ultima pagina, da non riuscire a chiudere il libro. Questo invece è
diverso, la storia fatica a decollare, poi per carità ingrana ma resta comunque
sotto tono rispetto agli altri cui ero abituata.
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LA DONNA E' UN'ISOLA |
Una
traduttrice appena separata incapace di restare senza sesso più di due giorni.
La sua amica incinta di due gemelle che le affida il suo bambino più grande
leggermente disabile. La vincita alla lotteria e un viaggio insieme al bambino.
Di questa autrice avevo letto l’anno scorso Rosa
candida, e mi era strapiaciuto. Avevo quindi grandissime aspettative, tutte
tristemente deluse. Ci ho messo un’infinità a finirlo perché non riuscivo a
capire dove si volesse andare a parare. Un libro che non è né carne né pesce, è
poco verosimile, ma non è un fantasy, non è drammatico, non è “rosa”, non è un
romanzo di formazione, se voleva essere una favola l’esperimento è riuscito male.
La protagonista è alquanto antipatica e la trama talmente assurda che già me la
sono dimenticata. In appendice si trova una raccolta di ricette islandesi
citate nel romanzo: ecco, sono più interessanti quelle di tutto il resto del
libro…
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LA MANO |
Una casa
in vendita. Lo scheletro di una mano che spunta dal terreno in giardino. Le
indagini, indietro di cinquant’anni. Una triste storia familiare.
Mankell è Mankell. Punto. Anche qui. La scrittura
impeccabile, la trama avvincente, il meraviglioso Wallander. Il problema è che
questo non è un romanzo, è più un racconto. Sono 130 pagine in cui quello di
cui si sente veramente tanto la mancanza è la profondità psicologica che ha
sempre contraddistinto i romanzi di Mankell, le incursioni nell’animo dei
protagonisti, le riflessioni sulla vita in generale. La storia tiene, ma mi
aspettavo qualcosa di più.
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NOVEMILA GIORNI E UNA SOLA NOTTE |
E’ un romanzo epistolare, il che lo rende ancora
più magico e suggestivo, per il non detto, per ciò che si può solo intuire, per
il lirismo che si respira nelle lettere.
Durante la prima guerra mondiale uno studente di
Chicago scrive una lettera ad un poetessa di Skye, in Scozia, per
complimentarsi dopo aver letto una delle sue raccolte di poesie. Inizia così,
tra David e Sue un’intensa corrispondenza che porta all’amore.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo la
misteriosa scomparsa della madre, una ragazza cerca di ricostruirne la storia
partendo da un’unica lettera trovata nella sua camera, una lettera di un certo
David ad una certa Sue.
Dei quattro che proponi la mano è quello che ho nella lista degli acquisti!
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