Già
di per sé è assolutamente mancante negli esseri umani con genoma XY la capacità
di trovare l’esatta collocazione degli oggetti.
MaschioAlfa,
ad esempio, dopo quasi cinque anni dal trasloco nell’attuale dimora, ancora
ignora dove vanno riposti alcuni utensili di cucina. Per non parlare dei
vestiti dei bambini.
Ricordo
poi mia madre che urlava a mio padre e ai miei due fratelli perché non avevano
idea di dove fossero i loro calzini e loro mutande.
Se
poi i maschi hanno un’altezza inferiore al metro, la situazione si complica. I
bambini hanno infatti una concezione tutta loro dell’ordine.
MaschioAlfa
la chiama DECONTESTUALIZZAZIONE, nel senso che a casa nostra gli oggetti non
sono mai dove ci si aspetterebbe che fossero, ma in un contesto assolutamente
estraneo ed inconsueto.
Ad
esempio a casa Piselloni non è raro trovare il ciuccio del Paio dentro una
terrina di vetro nella scansia della cucina appositamente destinata alle
terrine. Un mestolo ed un cucchiaio di legno nello scatolone dei giochi. Un
biberon sul prato in giardino. Un pezzo di mela tra i libri. Una macchinetta
dentro una scarpa del papà. Un cacciavite dentro la lavatrice.
Ma
di sicuro è il bagno la stanza più decontestualizzata e, pertanto, perché di
questo si tratta, più incasinata.
Stamattina
quando sono ci entrata per truccarmi ho trovato:
Un
libro sui dolmen nella vasca da bagno
La
mia canottiera dentro il water
Un
biscotto nel lavandino
Un
rotolo di carta igienica nel bidè.
E loro, i
piccoli mostri, che si lavavano i denti con spazzolini non di loro proprietà.
... si chiama disordine razionale! W le case non perfette... mi permettono di consolarmi!
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