Venezia
è un viaggio in treno in silenzio, il piacere di un libro, lo sguardo perso fuori
dal finestrino.
Venezia
è la nostra camera d’albergo, sempre la stessa, con il salottino e il bagno dei
sogni.
Venezia
è l’incanto di sedersi a tavola al ristorante, leggere il menu con calma,
ordinare con calma, mangiare con calma.
Venezia
è la piccola trasgressione di tre cocktail dopocena, e sentirsi brilli, e molto
felici.
Venezia
è sesso, tanto tanto sesso.
Venezia
è svegliarsi tardi la mattina e assaporare ogni boccone del croissant e ogni
sorso di caffè.
Venezia
è un museo, un’audioguida, un palazzo, un meraviglioso teatro.
Venezia
è parlare, e ridere, e poi discutere, e ancora ridere.
Venezia
è camminare mano nella mano, è specchiarsi negli occhi dell’altro, è cercarsi
con lo sguardo e riconoscersi.
Venezia
è riscoprirsi coppia, oggi come sull’altare otto anni fa, è ritrovare il valore
di quel cerchietto d’oro che portiamo al dito.
Venezia
è pensare che fra due anni saranno due lustri, un decimo di secolo, e sognare
di tornare a Parigi, e di portare i bambini.
Venezia
è pensare ai bambini così intensamente da stare quasi male, è piangere al
sentire le loro vocine al telefono, è avere voglia di vederli e abbracciarli
forte, ma è anche stare bene senza di loro, per un po’.
Venezia
è ricaricare le batterie, è il tasto reset su un anno un po’ difficile e
ricominciare da capo a scrivere la storia della nostra famiglia.
Venezia
è la consapevolezza di non poterne fare a meno, è ripartire in treno senza
malinconia, certi di ritrovarla l’anno prossimo, meravigliosa e magica come
sempre.
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