Il
Manuale del Perfetto Genitore oggi propone il seguente quesito: quanto è giusto
assecondare tutte le richieste dei propri figli nell’esatto e preciso momento
in cui vengono formulate, onde evitare ai piccoli indelebili traumi psicologici
da abbandono genitoriale? Quanto è giusto insegnare ai propri figli a portare
pazienza? Dove sta il confine?
Esempio
numero 1: CHECCO.
Checco
ha la capacità di chiedermi qualcosa SEMPRE nel momento in cui sto facendo
qualcos’altro, di solito qualcosa di urgente ed improrogabile. Tanto per dirne
una, posso stare sicura che lui mi chiede il the mentre io sto cambiando il
pannolino caccoso del Paio. Ora, non potendo lasciare il Paio col culetto per
aria, gli dico “Checco, arrivo subito, aspetta che finisco qui”. Tempo 30
secondi e lui “Mamma, vorrei un po’ di the!”. Ma dico, non ha sentito? Stai
così morendo di sete da non poter aspettare un minuto? Forse ti sto facendo
crescere con la ferita di una madre che non ti capisce? Che non ti ama? Forse
da grande penserai che tua madre preferiva tuo fratello a te? Forse per questo
maturerai istinti omicidi nei confronti di tuo fratello?
Esempio
n. 2: PAIO.
Paio
è in una fase di Mammite acuta, vuole sempre e solo la mamma. Il che significa
che non posso neanche andare in bagno senza sentire urla disperate provenire
dal salotto, al ritornello di Vojo mama!!!!!!! Il che significa che se vedete
per strada una coi capelli in disordine, una borsa gonfia di roba su una spalla
e sull’altra una cozza di 10 chili coi riccioli biondo svedese, ecco, quella
sono io col Paio. Perché il Paio vuole sempre stare in braccio alla mamma. “Su,
su”, mi supplica con le braccine in alto. Certo, da un lato anch’io ho tanta
voglia di tenermelo vicino, di coccolarmelo, del resto è il mio cucciolotto e
gli voglio un bene dell’anima. Ma ho anche diritto ai miei spazi, avrò anche
diritto a fare pipì! Senza contare che ha 20 mesi, non due, e che la mia
schiena sta subendo dei seri danni. Piccola stella, se una volta ogni tanto non
ti prendo in braccio e ti faccio camminare ne risentirà della tua personalità?
Avrai nel subconscio il trauma di una madre insensibile che non ti dava
l’affetto che le chiedevi? Avrai problemi nel relazionarti agli altri e
diventerai sociopatico e pericoloso?
Esempio
n. 3: ancora CHECCO.
Oltre
ad essere la mamma di Checco e Paio, io sono la moglie di MaschioAlfa. Anzi,
sono moglie, prima che mamma (in ordine cronologico). Può succedere che marito
e moglie abbiano il desiderio di parlare tra di loro, o no? Allora, perché se
io e tuo padre stiamo dialogando tu, Checco, amore di mamma, senti il bisogno
impellente di raccontarmi proprio in quel momento di quando eri piccolo e sei
salito sulla petroliera e hai incontrato Saetta MacQueen? Non puoi aspettare un
secondo? In fin dei conti siamo stati insieme tutto il pomeriggio, mentre tuo
padre è appena tornato a casa. Non mi sembra di chiederti molto. Forse
crescerai con la ferita di una madre che non ti ascoltava? Che non ti amava?
Forse ti rifugerai nella tossicodipendenza perché la tua scriteriata mamma
qualche volta parlava con suo marito invece che con te?
E
soprattutto, perché mi sembra di sbagliare in qualunque modo mi comporti?
Ciao, ti ho seguita fin qui da un blog di cucina e mi piace molto il modo in cui descrivi la tua vita di moglie/mamma/donnatuttofare! ;-)
RispondiEliminaAnche in casa mia ci sono solo uomini e la scenetta di mio figlio che mi chiede SEMPRE qualcosa quando rientra il papà da lavoro è ormai solita. Dico io tutto adesso ti sta venendo in mente? annotare su un taccuino (ha 3 anni!!!) e chiedertmele dopo, magari a 18 anni, no?! Se ci fosse il manuale della brava donna multitasking lo acquisterei ma...in attesa mi affido al mio buon senso.
Buon inzio di settimana e a presto!
Marinella
Grazie mille! Che gentile!!!
RispondiEliminaEcco, il buon senso penso sia la strada giusta...
Altra città, altra casa, altra famiglia, stessa scena!!!!!! Soprattutto con esempio n° 3, tanto che a volte, per comunicare con il Principe, io scrivo mail....non scherzo!!!!
RispondiEliminaOppure noi aspettiamo la sera, quando i pupi dormono. Peccato che la sera si crolli sfiniti sul divano...
EliminaLa storia del "traumatizzare" è di moda fra molti psicologi ultimamente.
RispondiEliminaPersonalmente non seguo la strada del "non traumatizzarli", proprio come te!
Loro vivono mettendoci alla prova in continuazione, ma se per non creare traumi, vengono quegli psicologi a dargli il the appena lo chiedono, mentre tu cambi tranquillamente la cacca, allora li sosterrò con entusiasmo pure io!
Basta che questi psicologi si offrano per cambiare loro la cacca...
EliminaParlare con il marito senza nani strillanti e appiccicati alle gambe?!? What's parlare con il marito senza nani strillanti e appiccicati alle gambe?!?!
RispondiEliminaMi sa che i miei saranno molto molto traumatizzati visto che hanno 14 mesi di differenza e alla fin fine c'è sempre uno/a che piange perché sto dando attenzione all'altro/a!
I miei hanno imparato a litigare sul di chi è la mamma "E' mia!" "No, è mia!"
EliminaU-GU-A-LE! La mia Tata è mammadipendente come i tuoi nani. Il momento più difficile per noi (per noi intendo lei e me) è quello in cui devo andare al lavoro. Un attimo prima era serena che giocava sul tappeto con Puffoforzuto, ma appena mi vede indossare il giubbotto... 1,2,3... pianto!! Idem la sera quando torno a casa e voglio raccontare a Puffoforzuto la mia giornata: mammaaaa, cacca (e non è vero)... mammaaaa, acca (ha semore sete la mia pallina)...
RispondiEliminaPerò devo dire che tu te la cavi benissimo e saprai divivderti tra tutti e tre i tuoi amori col pisello.
Mamma mia, quella di simulare la cacca è fantastica!
EliminaGrazie di essere passata!