Ieri.
Ci
togliamo le scarpe, entriamo a piedi nudi.
Nel
piccolo salone non ci sono bambini, stanno ancora dormendo, ma il pavimento è
disseminato di costruzioni colorate.
La
maestra S e la maetra P si siedono per terra, noi facciamo lo stesso.
Lui
è attaccato letteralmente a me, si guarda intorno perplesso.
Prima
nota le costruzioni, ne prende un paio di pezzi e inizia a giocarci. Poi si
accorge che nell’altra stanza c’è un pezzo che ha le ruote e sembra una
macchinina. Fa finta di niente, ma ogni tanto punta l’occhio verso l’obiettivo.
La
maestra S si accorge e lo invita ad andarlo a prendere.
Lui
si alza in piedi, pancia in fuori e passetti felini, e va a prendere il gioco.
Ritorna
vicino a me ma inizia a guardare con interesse la maestra S.
La
maestra S costruisce un camion dei pompieri. E’ fatta. Lui inizia a giocare con
lei.
La
maestra P gli fa vedere la casetta. Lui mi guarda in cerca di approvazione e
poi va a giocarci dentro.
Nel
frattempo si svegliano due bimbi. Li guarda incuriosito, li indica.
Poi…mirabile
visione! Si accorge della cucina giocattolo. Vi si avvicina e comincia con il
suo ritornello preferito: PAPPA!
Esco
dalla stanza per compilare dei moduli. Lo lascio da solo, ma non sembra
importargli molto, ha trovato il suo paradiso, la cucina.
E’
ora di andare, lo chiamo, piange, non vuole andare a casa, vuole rimanere lì a
giocare.
Paio.
Il primo giorno di inserimento al nido è andato. Molto, molto, meglio del
previsto.
Aggiornamento
di oggi.
E’
andato col papà. E’ entrato da solo, ha subito riconosciuto gli ambienti e le
maestre. Non ha mai pianto. Alla fine ha voluto a tutti i costi portarsi via
una macchinina.
E
domani si comincia con Checco….
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