La mia vita con un po' troppo testosterone per casa...
Ho modificato la grafica del blog. Quella sullo sfondo è l'incasinatissima libreria di casa Piselloni...
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martedì 24 giugno 2014

Ho letto...


LACKBERG, Il bambino segreto

L’ho già detto quanto amo questa scrittrice e perché. Non voglio ripetermi.
Questo è stato forse il libro che mi è più rimasto dentro, una storia che si radica al tempo della seconda guerra mondiale, per proseguire nella vita privata di Erika, la protagonista, e concludersi con un efferato omicidio di un anziano. Una storia di amore negato, di maternità, di sofferenza. Stupendo, non saprei come altro descriverlo.






GAMBERALE, Le luci nelle case dgli altri
Leggevo la Gamberale al tempo dell’università. Lei, mia coetanea, aveva appena pubblicato La vita sottile, prima, e Arrivano i pagliacci, poi. Mi piaceva, trovavo molto intrigante la sua scrittura, originale, soprattutto perché era così giovane.
Poi l’ho persa di vista. Sapevo che conduceva in programma in radio, ma non la ascoltavo. Sapevo che aveva scritto altri libri, ma non li ho letti.
Poi più di qualcuno mi consiglia questo. L’ho comprato, ma l’ho lasciato sullo scaffale un bel po’ di tempo per prenderlo finalmente in mano qualche settimana fa. E l’ho divorato.
Innanzitutto il titolo: quante volte, guardando verso la finestra illuminata di una casa, mi è capitato di immaginare la vita dietro quella luce, per riflettere poi sul fatto che oltre alle luci ci sono senza dubbio anche le ombre. E’ brava, la Gamberale, ad “entrare” nelle case degli altri, nella fattispecie negli appartamenti del palazzo di via Grotta Perfetta e a descrivere le relazioni tra gli inquilini. E lo fa con lo sguardo, gli occhi e il cuore di Mandorla, una ragazzina che resta improvvisamente senza la mamma e viene cresciuta fa tutte le famiglie del condominio dove lei, la mamma, faceva l’amministratrice e dove, sembra, vive il suo misterioso papà.

TROLLOPE, Le mogli dei miei figli
Iniziato nella sala d’attesa della ginecologa proprio il giorno in cui mi ha confermato l’arrivo del terzo maschio…
La traduzione in italiano del titolo (Le mogli dei miei figli vs Daughters in law – Nuore) trae forse un po’ in inganno, nel senso che effettivamente nel romanzo il centro della storia non è tanto la “suocera”, la mamma dei tre maschi, come forse speravo, quanto le famiglie dei figli, ed in particolare le tre nuore. Questo tuttavia non cambia il fatto che si tratta davvero di un bel libro, solo apparentemente “leggero”, perché l’analisi psicologica che viene fatta dei rapporti tra familiari, tra genitori e figli, tra mariti e mogli, tra suocere e nuore, tra fratelli, tra cognate, è molto sottile e offre effettivamente parecchi spunti di riflessione.
Anch’io, in teoria, un giorno sarò suocera di tre nuore… Aiuto.

giovedì 19 giugno 2014

L'imprevisto...



A gennaio, nel post di inizio anno, scrivevo:

Per quest’anno non chiedo niente di più di quello che ho già, che se fosse così già sarebbe meraviglioso.

Qualcuno lassù deve avere uno spiccato senso dell’umorismo, oppure deve essere, che so, un purista della lingua italiana. Con “NIENTE DI PIU’” intendevo proprio niente di più. E nessuno di più.
Voi capite, vero, che questa gravidanza non era propriamente nei piani del 2014?
Avevo sì, anche qui, più volte parlato di un desiderio recondito di allargare la famiglia, di un dubbio ancestrale che mi borbottava nel cuore se farlo o meno, ma, a dire il vero, ultimamente MaschioAlfa ed io avevamo cominciato a dirci che, in fondo, stavamo anche bene così, noi quattro, due adulti e due bambini, seppur entrambi maschi, in un equilibrio che stava, pur arrancando, raggiungendo la perfezione.
Invece succede che ho un ritardo. Succede che faccio un test, così, per scrupolo, perché dovevamo partire per Bologna per un weekend romantico e volevo togliermi il pensiero, sicura però che fosse negativo, che non ci fosse NESSUNA possibilità, che era impossibile, che dicono che la matematica non sia un’opinione. E invece succede che due linee chiare e nitide non abbiano lasciato spazio a nessuna interpretazione. Ero, sono, i.n.c.i.n.t.a.

Difficile descrivere tutti i pensieri che mi sono vorticati in testa da quel primo istante e per tutti questi mesi.
Inizialmente c’è stato il panico. Oddio, e adesso? Ma come cavolo facciamo?
Ho pensato alla mia età, che non è più così verde, e al rischio di problemi di salute.
Ho pensato al lavoro nuovo, che ho da poco, che mi piace parecchio e che, sì, mi dispiace lasciare.
Ho pensato alla casa, che non è grandissima. E anche la macchina.
Ho pensato ai soldi che ci vorranno per mantenere per tre figli.
Ho pensato alla vita della nostra famiglia, che verrà inevitabilmente scombussolata, ad una nuova organizzazione dei tempi, degli spazi, dei ritmi, proprio adesso che stavamo così bene.
Ho pensato alla difficoltà di gestire nel quotidiano tre bambini, il bisogno delle nonne, e quella paterna che latita, e l’asilo nido e ancora ritorna il discorso dei soldi.

Sedimentate queste preoccupazioni ne sono arrivate delle altre, più frivole, forse, ma non stupide.
La data presunta del parto, a novembre. E a parte il fatto che novembre è un mese che odio, c’è che farà freddo, le notti saranno buie e lunghe, alzarmi per la poppata sarà una tragedia. E i vestitini, tutti sbagliati, visto che gli altri due sono nati in primavera.
E le vacanze, il dover annullare il viaggio a Parigi.
E la prospettiva di un’intera estate senza carpaccio di tonno e spritz aperol. E rinunciare a correre.
E la scoperta di desiderare davvero un altro maschio, che se fosse una femmina sarebbe un casino e già ne abbiamo abbastanza.

Poi è arrivata la nausea, terribile, costante, incessante, come non avevo mai avuto nelle gravidanze precedenti. E con la nausea la mancanza di appetito, e la stanchezza e la sensazione di non farcela.

Alla fine passano i tre mesi, passa la nausea, lo diciamo in giro, lo dico al lavoro, va tutto bene. E lo vedo. Il profilo del viso, le mani, i piedi, tutto così minuscolo eppure così perfetto. Allora passa anche la paura, passa la stanchezza, passano le paranoie. E resta la gioia, vera, di fronte ad una nuova vita che sta per nascere e dell’immenso dono che, nonostante tutto mi, anzi ci è stato fatto.

Adesso sono in 21 settimane. Sto bene, anche se il caldo certo non aiuta. Lo sento muovere, ma spesso non ho il tempo di fermarmi a parlare con la pancia, tra il lavoro e gli altri due che mi prosciugano le energie.
E’ un maschietto. Si chiamerà Filippo. Sono felice. E sono certa che da novembre la nostra vita sarà un immenso casino, ma sarà meravigliosa.

giovedì 12 giugno 2014

ECCO

Giusto per spiegare perché sono sparita:


Sono quasi in 20 settimane e non occorre essere esperti ecografi per capire che questo:






è decisamento un PISELLO, il mio quarto amorecolpisello!!!!

Presto i dettagli, promesso...

giovedì 5 giugno 2014

Cinque

Al mio piccolo artista, al sognatore.
Al mio ricciolino biondo, cui il sole ha fatto spuntare delle meravigliose lentiggini.
Al mio piccolo con un animo sensibile ed emotivo.
Al mio testone capriccioso.
Ai tuoi occhioni luccicanti, e a quell'incredibile sorriso che avevi stamattina quando ti sei svegliato.
Al mio bambino grande, che oggi compie cinque anni e che amo ogni giorno di più.
Tanti auguri.