La mia vita con un po' troppo testosterone per casa...
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lunedì 20 gennaio 2014

Una barzelletta in paradiso



“Non vedo l’ora di morire. Questo non è un paese per vecchi”.
Avevi detto proprio così, il giorno di Natale. Lo hai detto con quel tono da mezzo brontolone che ti caratterizzava, che non si capiva mai se scherzavi o eri serio. Lo hai detto perché a tavola c’erano troppi bambini e a te, ammettiamolo, davano un po’ fastidio.
E noi, infidi nipoti, che così tanto ti amavamo, che facevamo a gara per sederci vicino a te, lo zio scapolone, lo zio Crodaiolo, lo zio viaggiatore, lo zio che ti raccontava una barzelletta prima ancora di dirti ciao, noi ti abbiamo risposto a tono: “Anche noi, zio, che così ci lasci il soldi dell’eredità”.
Due giorni dopo ti hanno trovato senza vita, nella tua cucina.
E scusa se te lo dico, ma vaffanculo. Non doveva andare così. Proprio no. Perché tu hai avuto esattamente la morte che desideravi, senza soffrire, senza ospedale, senza medicine. Ma noi siamo rimasti qui, senza di te, a cercare un senso, una ragione, in tutto questo. E a ricordare.
Ricordi che fanno sorridere, ma che insieme feriscono, perché è troppo grande il vuoto che hai lasciato.

Come quella volta che mi hai portato a Venezia che ero una bambina, tu che Venezia l’hai sempre amata ed io che da allora ho imparato ad amarla così tanto.
Come quella volta che mi hai portato a vedere Peter Pan.
Come quando, sempre da bambina, d’estate, venivo a stare qualche giorno con te e la nonna e venivo ad aspettarti in strada quando tornavi dal lavoro, alla sera. A cena si guardava il telegiornale e tu inveivi contro i politici, e i delinquenti. “Coparli tutti!”, gridavi, mentre immaginavi i modi più trucidi per fare giustizia.
Come quando hai accompagnato me e mio marito all’aeroporto, il giorno che siamo partiti per il viaggio di nozze.
Come la lista della spesa che scrivevi in tedesco, per tenere fresca una lingua che ti piaceva così tanto. E come quando ti chiedevo di ripetermi, sempre in tedesco, 5555, che mi faceva sempre tanto ridere.
Come l’odore delle sigarette che fumavi, di una marca assurda, sigarette da camionisti, le chiamavi.
Come le domeniche che venivi a pranzo dai miei, e non ti presentavi mai a mani vuote. A volte portavi un libro: tenetelo voi, io l’ho già letto. E le barzellette, una dietro l’altra, che, dopo tutti questi anni, alcune le conoscevamo già, ma tu ne avevi sempre una di nuova in tasca. Le raccontavi sempre, in ogni momento e davanti a qualsiasi pubblico, raccontavi anche barzellette sulle vedove davanti a chi vedovo lo era veramente, ma chi se ne frega.

Come le parole del sacerdote, amico tuo, il giorno del tuo funerale: è la prima volta che Franco è il protagonista, lui era sempre dietro, defilato. Ma in questa estrema umiltà stava il tuo cuore immenso, puro e generoso.

Come le parole di quel canto meraviglioso che Bepi De Marzi scrisse 50 anni fa, che tu cantavi insieme ai tuoi Crodaioli e che io, adesso, ti voglio dedicare:

Dio del cielo
Signore delle cime
Un nostro amico hai chiesto alla montagna
Ma ti preghiamo
Sul nel Paradiso
Lascialo andare per le tue montagne.

Santa Maria
Signora della neve
Copri col bianco soffice mantello
Il nostro amico, il nostro fratello.
Su nel Paradiso
lascialo andare per le tue montagne.

14 commenti:

  1. Oddio...Signore delle Cime...e se già il tuo post mi ha fatto venire i brividi, la mazzata finale con Signore delle Cime...per me ha un significato molto particolare, mi ricorda una persona molto vicina volata in cielo qualche anno fa.
    Ti abbraccio forte e se permetti ora vado ad asciugare le lacrime.

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    1. Signore delle cime la canto fin da bambina. Come ho scritto nel post mio zio cantava nei Crodaioli e Bepi De Marzi era un suo caro amico. Da adesso anch’io la ascolterò con animo diverso…

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  2. Ti abbraccio forte anche io, bella persona tuo zio...
    darling

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  3. ciao Silvia, capito qui oggi e tra i primi post leggo questo... ho le lacrime. ho le lacrime perché anch'io poco prima ho . perso mio nonno, improvvisamente. ho le lacrime per la canzone "signore delle cime", mi fa venire i brividi, la adoro, credo sia una preghiera bellissima.

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    1. Grazie...
      Mi dispiace solo che ti sia avvicinata al mio (trascuratissimo) blog con un post così triste.
      Spero di non doverne più scrivere...

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