I piani erano questi. Avrei portato Checco a
scuola e Paio dalla nonna. Avrei preso una giornata di ferie e sarei rimasta a
casa a riassettare e a preparare le valigie. All’una sarebbe tornato MaschioAlfa,
avremmo caricato le valigie in auto, saremmo passati a recuperare la prole e
via, direzione mare, per un weekend di sole, relax e cene di pesce, fino a
domenica sera.
Avevo comprato un costume nuovo per me, e uno a
testa per i pupi. Avevo fatto rifornimento di creme solari e bagnoschiuma al
cocco. Ero riuscita, coi punti di Bottega Verde, a trovare una bellissima borsa
da spiaggia. Avevo fatto rifornimento di bottigliette di acqua e brik di succhi
all’ACE. Avevo comprato ai bambini i sandaletti nuovi. Avevo lavato in
lavastoviglie i giochi da spiaggia e vi avevo aggiunto due pistole ad acqua
comprate dai cinesi. Avevo diligentemente preparato la lista delle cose da
mettere in valigia e avevo programmato il piano-bucato in modo da avere tutto
pronto per stamattina. Avevo il mio Katy Reichs da leggere sotto l’ombrellone.
Non avevo fatto la spesa, tanto saremmo stati via
tre giorni. Non avevo fatto nemmeno una lampada, in vista del matrimonio di mio
cugino il prossimo sabato, tanto con tre giorni di mare sai come mi sarei
abbronzata!
E invece è arrivata Ginevra. Che non è la città
svizzera, e nemmeno un nome di donna. È una stramaledetta perturbazione che
viene direttamente dalla Scandinavia, e io la Scandinavia la adoro ma le sue perturbazioni se le
tenesse, che noi abbiamo già le nostre. E la prossima volta invece di una
perturbazione ci mandasse un altro thriller di Mankell, che ormai sono in
astinenza.
E quindi sono qui al lavoro, come un venerdì qualsiasi,
e mi girano alla grande. Non ha mai smesso di piovere e ci sono 10 gradi. Mi scappa
la pipì ma ho troppa pigrizia per lasciare la mia scrivania ed andare in un bagno
dove, quasi sicuramente, troverò la finestra aperta. Ho dovuto mettermi le
calze, ma mi danno un fastidio assurdo, e a questo punto preferivo la sabbia
nelle mutande.
Per consolarmi stamattina ho fatto colazione al
bar, con una brioche alla crema. E oggi pomeriggio porteremo i bambini al
centro commerciale e andremo a mangiare al Burger King. E domani preparerò una
torta piena di burro. Così lunedì invece di una bella abbronzatura sfoggerò
un pallore cadaverico ma in compenso un
chiletto in più, e un brufolo. E non mi sento in colpa manco per niente.