Motherhood in inglese
significa Maternità.
Motherhood
è il titolo di un film con Uma Thurman e Anthony Edwards (il mitico dott. Green
di ER), anno 2009, che ai botteghini ha fatto un fiasco assoluto. Tanto fiasco
che lo hanno dato in televisione già lo stesso anno. Lo ricordo perché avevo Checco
piccolo.
Una
domenica l’hanno rimandato su canale 5, di pomeriggio; me ne sono accorta tardi
e ho fatto in tempo a vedere solo gli ultimi 40-45 minuti.
Cito
da Wikipedia:
È
la storia di una giornata di Eliza Welsh, madre di due bambini piccoli e moglie
di Avery. Il grande desiderio di Eliza è quello di tornare a lavorare come
scrittrice, in modo da sentirsi meno stretta dai mille impegni quotidiani che
nel tempo hanno diminuito la sua autostima. Il giorno del sesto compleanno di
sua figlia scopre un concorso online di scrittura, il cui primo premio è quello
di lavorare con una rivista sulla maternità come editorialista, e per
partecipare occorre mandare un pezzo originale su cosa rappresenti la maternità
entro la mezzanotte del giorno stesso.
Eliza
decide di provarci, ma non è semplice districarsi fra i mille impegni e i mille
contrattempi che incontra in questa caotica giornata. A sostenerla è anche
l'amica Sheila, incinta dell'ex-marito che nel frattempo si è fidanzato con una
donna di vent'anni più giovane di lei.
Ecco,
Wikipedia ha centrato il succo di Motherhood, sia come film che come concetto
di maternità.
mille
impegni quotidiani che nel tempo hanno diminuito la sua autostima
A
un certo punto del film, stremata dopo una giornata allucinante (che poi, a
guardar bene, non più allucinante di quella di tutte noi, mamme comuni) Lei
dice a Lui qualcosa del genere: da quando apro gli occhi al mattino fino a
quando li chiudo alla sera, tutta la giornata è un incessante susseguirsi di
azioni, una dietro l’altra, porta i biscotti a tavola, piega la biancheria, (aggiungo
io cambia un pannolino, pulisci un nasino gocciolante, metti un dvd) e via
dicendo. Tutte queste azioni impediscono alla mente, all’anima, di perdersi, di
elevarsi, di lasciarsi andare, perché tutto questo fare, fare, fare toglie
tempo e spazio all’essere, al pensare. Azione vs Contemplazione.
Quant’è
vero… E quant’è cambiata, in questo senso la mia vita, da quando sono diventata
mamma…
PRIMA.
I libri li divoravo, uno alla settimana. ADESSO. Per leggere un libro ci metto
un mese, minimo.
PRIMA.
Leggevo una pagina e la memorizzavo. ADESSO. Non riesco a concentrarmi. Tornare
a studiare adesso sarebbe inconcepibile. Mi sento addirittura incartapecorita.
PRIMA.
L’arte. Le mostre. Le vacanze culturali. ADESSO. Parchi gioco. Ristoranti Kid
Friendly. Centri commerciali.
PRIMA.
Il cinema. Il teatro. ADESSO. Non pervenuto.
A
volte mi chiedo: ma dove sono andata io? Chi è questa me stessa che mi capita
di non riconoscere?
La
risposta nel prossimo post…
Nessun commento:
Posta un commento